Aggiornamento di sabato 17 ottobre 2009: il video non è più pubblicamente visibile! Action for Women starà aggiustando il tiro. In effetti l'aveva sparata grossa, su YouTube ci sono molti commenti negativi e non è detto che la presenza di Deborah Bergamini abbia contribuito a dare lustro all'iniziativa: ecco un video risalente all'anno scorso con un intervento di Marco Travaglio su Deborah Bergamini http://www.youtube.com/watch?v=6iOg7_nZBWc
Ulteriore rettifica di sabato 17 ottobre: c'erano molti commenti negativi, ma sono stati tutti censurati, ed è stato disabilitato il rating.
Lo spot è attualmente visibile in questa pagina del mio blog.
La violenza domestica è la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni, più del cancro e degli incidenti stradali (OMS)
La citazione è tratta da un video diffuso dal Ministero delle Pari Opportunità e visibile nel canale YouTube dell'iniziativa Action for Women. Nel video sono presenti altre affermazioni, ma quella citata mi ha colpito in modo particolare dato che ripropone con qualche variante (per esempio l'attribuzione all'Organizzazione Mondiale della Sanità) un "dato" già circolante in Italia da alcuni anni: nel ritaglio di giornale qui a fianco si afferma:
La violenza subita dal partner, marito, fidanzato o padre che sia, è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e 44 anni, ancora prima del cancro, incidenti stradali e la guerra.
In questo caso i dati sono attribuiti al Consiglio d'Europa, ed effettivamente la Raccomandazione 1582 del 2002 dice qualcosa di simile. Purtroppo però pare che tutta la faccenda sia un abbaglio, già liquidato nel 2005 come leggenda metropolitana (testualmente "urban myth") nientemeno che da Amnesty International.
Per gli impazienti ecco subito il link a uno degli errata corrige di Amnesty: Stop Violence Against Women: 'It's in our hands' - Amnesty International. Se il link non funziona (si tratta di pagine non recenti che Amnesty probabilmente un po' alla volta cancellerà) si può visualizzare un'immagine dell'errata cliccando sull'anteprima qui accanto.
E adesso qualche sommaria considerazione sui dati a noi disponibili, seguita dai dettagli della vicenda.
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